Il Giovedì Santo è il giorno dedicato alla visita dei Repositori, termine che dopo il Concilio Vaticano II ha sostituito il vocabolo Sepolcri in quanto il giovedì Santo non viene venerato il Cristo morto ma Gesù vivo nel sacramento dell'Eucarestia.
Proprio a causa di questa nuova interpretazione ecclesiastica, Terlizzi ha dovuto abbandonare una importante tradizione legata al Giovedì Santo e alla Madonna Addolorata, sulla quale non voglio anticipare nulla in attesa di maggiori dettagli.
Invece è rimasta immutata la tradizionale visita alle "sette chiese", espressione che a Terlizzi indica per antonomasia l'esercizio della visita dei Repositori.
In passato, come ricordano i più grandi, il Giovedì Santo tutte le chiese della città erano aperte per esporre l'Eucarestia; oggi invece l'esposizione è limitata alle sole parrocchie della città che sono per l'appunto sette.
I Repositori possono essere visitati una volta terminata la funzione della "lavanda dei piedi", e la visita può essere individuale o comunitaria. Le visite comunitarie sono organizzate da ciascuna parrocchia con l'eventuale confraternita che vi esercita. Durante il tragitto da una chiesa all'altra un membro del gruppo suona la troccola (in dialetto terlizzese "la trozzuə" ) tipico strumento della Settimana Santa tarantina che viene suonato a Terlizzi solo la sera del Giovedì Santo.
Giunti in chiesa si effettua un momento di adorazione con la lettura, in ciascuna delle sette parrocchie, di una delle sette preghiere presenti nel libretto "Preghiamo fratelli - Momenti eucaristici per il Giovedì Santo" o le successive ristampe.
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