I quaranta giorni che precedono la Pasqua, sono tra i più significativi per la Chiesa e anche l’ecclesia di Terlizzi, come quella di tantissime altre località limitrofe e meno vicine, si prepara ai riti della Settimana Santa.
Inspiegabilmente vi è una disattenzione generale sui riti che si svolgono a Terlizzi, infatti, se provate a cercare su google informazioni o foto o video sulla Settimana Santa terlizzese, non troverete nient’altro che le informazioni e le immagini fornite dello scrivente.
Stesso copione anche se cercate in biblioteca: mai nessuno ha scritto qualcosa a riguardo, mentre sono abbondanti e dettagliate le notizie che si possono trovare sui riti di Ruvo e Molfetta.
Quale la ragione di questa gravosa lacuna di disinformazione non so spiegarla e posso solo avanzare alcune ipotesi.
La prima ipotesi è che gli autori locali abbiano rivolto il proprio interesse su quegli argomenti ritenuti misteriosi e quindi hanno preferito farvi luce ignorando, dunque, ciò che misterioso non era, ciò che è visibile a tutti come lo è una Via Crucis.
In questo senso ha lavorato ad esempio Mons. Gaetano Valente, grande storico terlizzese verso il quale va tutta la mia stima e ammirazione. Grazie al suo lavoro, sono stati svelati molti misteri della nostra città e sono state riscoperti e rivalutati uomini come padre Francesco Paolo Confreda e luoghi come Cesano e Ciurcitano.
Sarebbe quindi l’interesse degli studiosi verso quelli che ho chiamato misteri la causa dell’assenza, a questo punto “misteriosa”, di informazioni su un altro tipo di misteri: i Misteri Dolorosi della Via Crucis.
La seconda ipotesi, che mi viene suggerita dalla mia collaboratrice Maria Cristina Roselli, è che a Terlizzi, diversamente da come accade a Molfetta e a Ruvo, non è un’unica Confraternita, e nel caso l’Arciconfraternita di S. Stefano per Molfetta e l’Arciconfraternita del Carmine per Ruvo, a gestire la Via Crucis, ma questa viene organizzata con la collaborazione di tutti i sodalizi cittadini ai quali vanno aggiunti ben quattro gruppi laicali di portatori.
A giudizio di ruvesi e molfettesi, dunque, la nostra processione del Venerdì Santo, sarebbe troppo dispersiva ed entropica.
La conseguenza a ciò sarebbe quindi che non essendoci nessuna congrega l’unica responsabile del rito, nessuna di queste si sia mai interessata di sovvenzionare o commissionare un libro, come invece è accaduto con le Arciconfraternite a Ruvo e a Molfetta.
La terza ipotesi è che il popolo terlizzese sia completamente disinteressato all’argomento, e quindi, se fosse vero, come ovvio che sia, nessuno scrittore si metterebbe a trattare qualcosa che non attrae, affascina e interessa il lettore e soprattutto l’acquirente. Scarto però categoricamente quest’ultima ipotesi e a smentirla sono i fatti che dimostrano l’affezione del popolo che partecipa numerosissimo a tutte le processioni, ai riti, alle messe che si svolgono durante la Settimana Santa e posso testimoniare quanto sia difficile trovare un posto a sedere in chiesa durante le celebrazioni.
Nel mio percorso di ricerca ho ricevuto poi gli incoraggiamenti di alcuni amici terlizzesi (che in queste righe approfitto per ringraziare di nuovo) e questo dimostra quanto sia attesa la creazione di uno spazio che tratti i temi della nostra Settimana Santa.
Scartata la terza ipotesi, rimangono ancora in gioco le prime due. Probabilmente nessuna delle due è vera, forse sono vere entrambe, chissà…
Quel che è certo è che da ora in poi ci sarà qualcuno che tratterà questi argomenti.
Approfitto per augurare altri 100 anni di vita a Mons. Gaetano Valente perché con la sua vita possa continuare a illuminarci con il frutto delle sue instancabili ricerche sulle faccende e i “misteri” di questo nostro paese, patria dei fiori, dell’olio e della ceramica, molto spesso dimenticato e bistrattato.
Invito intanto tutti i lettori a lasciare sotto forma di commento la propria opinione e magari anche la propria ipotesi su quest'articolo.
*Testo di Francesco De Nicolo
*Foto tratte da Terlizzilive
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